Mostro, val d’Avèrs

ultimamente non ho molto materiale per il blog. il sistema si sta appropriando del mio tempo più di quanto forse vorrei. ma non mi arrendo. almeno non a scrivere il blog ahah! :P
nè ovviamente a cercare dei ritagli di tempo per infilarmi tra le braccia generaose delle alpi. così approfitto di un salto in italia per l’ultima parte dell’esame di stato (ebbene sì, udite udite ahah!) per farmi portare dal buon fabio a scalare dell’ottimo ghiaccio verticale in quel della val d’avèrs! a due anni di distanza dalla mia ultima spiccozzata! ahimè, si registrano record in negativo che sarebbe forse meglio tacere, o forse è bene ricordarsi per uscire dalla crisi!

il mostro è un must. che ancora attendeva, per quanto mi riguarda, essendo una cascata troppo dura per me. ma non per questi giovani scatenati! e così vado a far sicura al mio fido compaesano, che tiene alto il nome dei cascatisti soveresi macinandosi metro dopo metro il fantastico scudo, oltre che i chilometri di autostrada. se infatti a metà scudo ho la fortuna di provare prendere il comando per una manciata di metri un po’ più facili, e posso farlo riposare, così non è nel viaggio, dove io me la dormo, con la scusa che domani dovrò essere fresco all’esame. e lui macina. motivè motivè! :P

la cascata se la passeggia, vite dopo vite. candeletta dopo candeletta. con le sue picche che sono un gioiellino made in quasi-kamunia e mi sento di supportarle. qua sotto qualche foto, di lui di me della cascata e delle picche. in basso il racconto per sommi capi della fine del weekend. enjoy.

il giorno dopo va tutto liscio: esame va abbastanza bene, trenitalia non mi fa mancare la nostalgia per le ore spese a guardare binari (anzi, la nostalgia c’è davvero: adesso quando aspetti le ore in milano centrale guardi lo schifo di fortezza securitaria che hanno costruito e pensi che tristezza un paese dove anche i ferrovieri devono fare i poliziotti). ancora la bella torino fa un’effetto nostalgico e la festa è sempre piacevole, così come svegliarsi sul divano a casa di vanda e iniziare a scoprire un libro nuovo (l’altra volta avevo iniziato le otto montagne, che non ho piu ripreso ma è nella lista, stavolta ho preso leggere e amare, di annalisa camilli, che mi è rimasto nello zaino del beri..) che con quei colori artistici e il sole che filtra dalla finestra mi da sempre l’idea di essere al mare (che figata!). e poi la movida bergamasca, che si vede che lotta per restare a galla, ma che alla fine regala belle emozioni, facce che non vedi da un sacco, figure di merda tipo “tappa!!!! ” “—mm” “massì mato grossooo!!” “–m-” “dai!!!”” ehm -mm- bo — ehm!” ” massì che avevamo *qualche scena assurda*” aah maccerto!!”, gente che ti fa degli ottimi panini (grazie!) e nuove egenerazioni di valserainensi in visita alla città. e poi i boschi soveresi la domenica, gente che chioda falesie sterminate da dove gli uccelli, veri padroni, mi cacciano (seguirà forse un approfondimento al riguardo!). e poi il volo aereo, il solito volo della sera. la dogana, la fottuta dogana. mezzora di dogana. al passport control a bergamo c’è un cartello con scritto tutti dovrebbero avere il diritto di viaggiare. vi rendete conto? le frontiere dell’unione europea, che con schengen hanno cercato di farci dimenticare, di nasconderne ai nostri occhi la crudeltà (occhio non vede..), si palesano ad orio al serio. e poi qua a dublino, beh, peggio che andar di notte. cosa ci viene a fare a dublino? vorrei rispondere male, ma non è il caso.. cosa vuoi farci. just keep going. e la mattina dopo galles: la nave, il porto. l’inghilterra (ops siamo in galles, diciamo la great britain) ,che è proprio un altro mondo rispeto all’irlanda e chi lo avrebbe mai detto!? gente con la cresta e i rasta: sottoculture? forse semplicemnte la normalità. ma evidenti anche in questo angolo di cittadina sconosciuta che è bangor. e poi 5 donuts 69 p. capito? giuro, 5 donuts 69 p!! vedo l’espressione di ubaldo che mi rimproverà perchè dico stracazzi alla salvini, ma tantè! 5 d 69 p! e poi la neve di snowdonia, la pizza alle 4 e 13 per cena, le montagne e gli alberi tozzi del nordeuropa, e la nave ancora, stavolta col mare mosso.

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