Riesco solo ora, bloccato dalla mia caviglia, a sedermi e scrivere di un paio di belle viette che sono riuscito a incastrare negli impegni universitari del mese di luglio.
pantagruel.
La prima è la via pantagruel, sulla sud delle petit jorasses. Una via sportiva di piola, del ’93 se non sbaglio. Facciamo comitiva con ava e ed, due milanesi che erano venuti al raduno bal, e un altro ragazzo romano che ci raggiungerà la sera. Loro tre andranno a fare la bonatti. Partiamo il sabato, e per il dopopranzo siamo a courmayeur. Per me è la prima volta nel gruppo del bianco, come anche per lore, e così il tito spiega ai nostri occhi affascinati i profili dell’integrale, i piloni, la vetta eccetera. Quattro orette di marcia, neanche, e siamo al gervasutti, il nuovo bivacco super tecnologico, dove il wifi funziona davvero bene! Siamo in 12, capienza max del bivacco, ma si sta abbanza comodi, non fosse che i letti son parecchio duri.. ma è un bivacco via! Attacchiamo insieme alla bonatti e poi staremo sulla destra del diedrone, seguendo una bella sequenza diedri di roccia spettacolare che sale in obliquo verso destra. La via è tutta sostenuta e anche i tiri di 6b sono belli tosti. La chiodatura è ottima dove serve, soste a spit e per il resto integrare abbondantemente a suon di dadi e friend sempre ottimi. Sul secondo tiro già mi perdo: manca una sosta, che la guida segnava e invece probabilmente è da attrezzare a friend. Non sapendo dove andare mi invento un traversino delicato su roccia non proprio ottima, sosto su friend e il tito mi raggiunge e rientra riattraversando più in alto a riprendere il diedro principale. In cima al diedro un traversino delicato riporta sulle placconate a fianco della bonatti. Qui una bellissima fessurina di dita non difficile porta a una sezione più placcosa dove un paio di tiri sempre sul 6b/6b+ belli delicati non fanno abbassare la guardia. Tra i due c’è il primo tiro di 7a, che il è un bulder proprio sopra la sosta, protetto da uno spit. Il tito lo passeggia con un tallonaggio e un lancio a tenere un bordo svaso degni del buon sharma a maiorca. (io tirerò come un dannato lo spit faticando anche ad azzerare!) Una sezione più appoggiata ci conduce alla base di un bellissimo diedro che probabilmente era di un’altra via, ma riusciamo a tornare sulla via originale giusto in tempo per i tiri duri della parte alta. Il 7b è un bel tiro di movimento e continuità, ma il passo duro è una placca super liscia dove bisogna spalmare sul liscio e leggermente strapiombante con le mani su quelli che sono probabilmente i buchi dei cliff usati in apertura. Il 7a sopra invece è tutto tecnica e movimento, non particolarmente difficile (viene a vista a lui, chapeau e anche a me da due..) fatti salvi un paio di passi delicati: un passo in traverso poco dopo la sosta protetto da un friendino non troppo rassicurante, e un ribaltamente delicato in alto. Un ultimo bellissimo diedro di roccia assai lavorata ci porta sul terrazzino sommitale, dove incontriamo i simpatici piemontesi conosciuti al bivacco che facevano la bonatti. Dei nostri soci non c’è traccia, li incontreremo calandoci che erano appena poco sopra la cengia, si caleranno senza raggiungere la cima. Discesa comoda sul ghiacciaio che è bello chiuso e poi giu trotterellando fino alla macchina, dove dovremo aspettare gli altri (con le chiavi della macchina) per un paio d’ore. E poi via verso casa, io arriverò verso le 2 di notte, ma tanto il lunedì non dovevo alzarmi per andare al lavoro. :D
info: petit jorasses, pareete sud, pantagruel 450m 7b (6b+ obb)
attacca insieme alla bonatti e va a dx dopo qualche metro, evidente.
noi abbiamo usato la relazione del bassanini che è ok.
a parte la s3 che non c’è e va fatta a friend tutte le soste ottime a spit con maillon di calata.
Diversi spit in via ma tanti tiri da attrezzare in toto.
Portare una serie completa fino al 3. (molto utili i micro!! (0 e 00 anche doppi a piacere))
discesa in doppia dalla via.
maria.
decisione al volo venerdì sera causa altri piani saltati: ritrovo alle 5 a gussago, si va in brenta, io il tito e la giuly, qualche idea su cosa fare ma niente di più. (ero li sul treno che mi chiedevo: potremmo andare in brenta, e mi chiama il tito proponendomi esattamente lo stesso programma che avevo in mente, bellastoria!) Salta quindi il mio programma per il venerdì sera (anche perchè arrivo a casa alle 00.30 da torino) e quindi via, un paio di ore di sonno e si parte direzione campiglio. Maciniamo la strada fino al brentei ammirando il pian di neve, che da qua si mostra in tutta la sua bellezza, e ,visto che è ancora prestino, decidiamo per affrontare il crozzon: partiamo direzione supermaria! Arriviamo all’attacco e io sono già abbastanza provato dalle 2 orette di sonno e dalle 3 di macchina e dalle 2 di avvicinamento, ma non si molla un cazzo, la parete è super alletante e la roccia sembra super! Parte il tito, su una bellissima fessura ondulata molto verticale e molto fisica che già ci da un’idea del sesto del salvaterra. Io e la giuly seguiamo con gli zaini belli carichi. Il tito entusiasta riparte all’istante, e alla fine si tirerà tutta la via, mentre noi dietro ce la godremo bellamente a fare i clienti! Un po’ di tiri più tranquilli e di conserva su roccia sempre ottima ci portano sotto i mega gialli che incombono maestosi, qua si inizia a fare sul serio! Il primo tiro duro è un traverso spttacolare, super esposto e tutto leggermente strapiombante su ottime prese, qualche sporadico chiodo e molto da integrare, ma la roccia si presta offrendo clessidre e fessure. Altri due tiri belli sostenuti sul sesto, chiodi sempre sporadici, soste ottime ma abbastanza scomode. Arriviamo al primo tiro duro, la sosta è su tre chiodi ma appeso nel vuoto diciamo che l’aria sotto il culo si fa sentire. Il tito parte deciso, sale un attimo, poi scende perplesso: piazza un ottimo tricam (impiegherò un quarto d’ora a toglierlo!!) in parte al chiodo bomba che protegge il passo, quindi torna su e si passeggia le tacchette dela passo chiave con tutta la tranquillità conferitagli da quel tricam (livello! ;D). il tiro continua prendendo una bellissima lama, sempre su roccia super. La via supermaria continuerebbe su dritto nelle placche, ma si sta facendo tardino, ci sembra meglio seguire una cengia verso sinistra, molto piu logica, che probabilmente è la via maria, originariamente seguita da salvaterra. Galoppiamo a una velocità supersonica e diciamo che il peso degli zaini sulle nostre spalle si fa sentire, ma il tito è leggero e non sente ragioni! Così procediamo in modo che il tito sale da uno, recupera la giuly che va su diretta, mentre io salgo più piano togliendo i tricam e aggeggi vari: così mentre io arrivo arrancando il tito già può partire. Con una traversata di svariate decine di metri in orizzontale, anzi, un po’ su un po’ giù, mai troppo protetta e quindi non proprio tranquillissima per noi che arriviamo da dietro ;D, raggiungiamo un catino più appoggiato, di roccia nera spettacolare, dove saliamo alcuni tiri secondo me da antologia! Dei tiri con passi in strapiombo di difficiltà mai superiore al quarto grado su roccia sempre perfetta a maniglioni e super proteggibile! (Poi dicono che in dolomiti la roccia sia mediocre… )Seguendo il facile ci spostiamo di nuovo a destra e finalmente sbuchiamo in cresta. Abbastanza provati dagli 800 metri di parete e dal peso degli zaini, ci avventuriamo su per la cresta, alla ricerca del bivacco. Sono l’unico ad essere già stato da queste parti ma ero arrivato nella direzione opposta, facendo la via delle guide: adesso è tutto diverso e non ho molto idea di come raggiungere il bivacco! Ma proprio quando iniziamo a dubitare della sua esitenza eccolo che salta fuori dalla nebbia e ci accoglie con le sue provvidenziali coperte bucate ed umide!! bona c’è ancora chiaro e siamo in vetta al crozzon, abbiamo raggiunto il nostro albergo e possiamo gustarci il tramonto tra le nebbie della sera! Una mega cena a lume di frontale e buonanotte a tutti. Che spettacolo! La mattina ci svegliamo e fa un freddo allucinante (grazie anche al mio azzeccatissimo abbigliamento tecnico a base di pail da boscaiolo e pantaloncini corti.. :D), così dopo una furiosa colazione ci avviamo verso valle, serie di doppie, cengia, cerca le altre doppie, chi le trova prima vince (vinco io quasi a parimerito ;D) altra serie di doppie strapiombanti sotto una cascata, cengia detritica, scatoletta di tonno rotta nello zaino e conseguente seconda colazione salata, altra doppia nella terminale sotto cascata, nevaio coi pantaloni corti e via nel caldo torrido (non va mai bene niente!) fino al brentei, dove ci accoglie il coro brenta con una performance interessante. E ascoltando le canzoni che si perdon tra laverticalità delle pareti, ci gustiamo una birrozza, guardando distaccati la parete dell’orso bruno: avevamo (leggi la giuly aveva) una mezza intenzione di scalare da quelle parti oggi, ma viste le condizioni fisiche mie che non sono allenato, del tito che si era sparato tutta la via da uno ieri e due giorni prima tutta la lomasti al piccolo mangart, la giuly purtroppo, rimasta da sola, no può che adeguarsi a questi svogliati bergamaschi e rinunciare alla sua via di 7a obbligato. Trotterelliamo giu fino a vallesinella e ci accodiamo ai milanesi che senza fretta alcuna tornano verso casa, dopo aver fatto il lor week end in montagna.. come noi d’altronde…
info: crozzon di brenta, parete nord, via maria,
e.salvaterra and co nell’87 (diglielo al tito.. ahah!)
800m+150 di cresta, VII
quasi tutte le soste presenti fino al traverso di maria,
in via qualche chiodo (non molti comunque) roccia sempre ottima
portare una serie di friend, qualche kevlar, tricam consigliati (non indispensabili ma utili! ;D)
discesa doppie lungo lo spigolo nord non proprio easy da trovare, sicuramente meglio farla col chiaro e con calma. Bivacco ottimo, 4 posti letto, coperte.