Spigolo dei passatopi: sulle orme del mass.. in valbaione!

eccomi finalmente a rubare qualche mezzora per raccontare di una scampagnata! è con grande gioia, ma non senza dubbi, che provo non tanto a raccontare, quanto a relazionare una salita. una salita che mi stava e sta molto a cuore. perchè in un posto magico, perchè la corteggiavo da anni, perchè è uscita una bella chicca, perchè l’abbiamo salita come piace a noi, insomma, di perchè ce ne sono un sacco.

veniamo ai dubbi: ha senso relazionare una salita? cioè, meglio, scusate, ma mi chiedo: ha senso relazionare questa salita? pochi tiri, con qualche tratto erboso, di difficoltà classiche, sicuramente non fa nè notizia nè gola.
e poi john muir, gary hamming.. nico cad! :D scalare senza relazione, almeno dove si può. per combattere questa corsa estenuante all’ultimo pezzo di roccia ancora “vergine”! sui nostri percorsi non mi sorprenderebbe fosse già salito qualche camuno negli anni ’30, quindi di nuovo c’è gran poco. e poi quello che davvero a volte mi spaventa: il rischio dell’assalto da parte dei vetusti trapanatori seriali! che sono sempre li dietro l’angolo! perchè bo, ancora non ce la possono fare a capire che il novecento è finito, e quindi se scoprono che c’è un fazzoletto di bella roccia, non difficile, magari non troppo lontano dalla macchina, wow, gli parte l’embolo e chi li ferma più? spit a spit, l’unica speranza è che si fermino da soli, dopo pochi fori, quando si rendono magari conto che non stanno andando da nessuna parte, perchè certe cose in certi posti no hanno senso.. o che il trapano è scarico. però nel frattempo i danni sono fatti, i fori resteranno per sempre, le piastrine e i fittoni finchè non passerà qualcuno a pulire..

però non ho resistito. confidando nell’avvicinamento dolomitico, per prati verticali e roccette, che già fa una bella selezione. e confidando appunto, nella scarsa instagrammabilità del posto, che è fantastico ma richiede anche polso e praticità con l’ambiente montano, che quindi sconsiglia di tenere in mano un telefono.. beh alla fine non ho resistito, e ve lo racconto lo stesso dove siamo saliti.
chissà che qualcuno si faccia ispirare per una volta ad andare a curiosare un posto nuovo. sperando che quel qualcuno lo faccia con la voglia di mettesi in discussione, e con lo spirito avventuriero di provare a mettersi in gioco in maniera leale. e sperando di passargli il messaggio che bo, sarebbe bello che qualche angolino rimanesse anche un po’ selvaggio. non solo per le altre specie che vivevano i monti, e che ormai non sanno più dove stare. ma anche per l’animale uomo, del quale alcuni esemplari, comunque, hanno bisogno di questi posti selvaggi per stare bene.

insomma, ci troviamo una mattina di settembre, di quelle mattine ne carne ne pesce, che farà freddo senza sole, perchè c’è vento da nord, ma col sole si muore a sud. e allora non sai bene dove andare. il piano iniziale è sfalesiare o curiosare il nuovo progetto di falesia montana in divenire (a breve, spero, info qua su queste stesse pagine?). ci troviamo in orario da falesia, ma ci incamminiamo verso la montagna, con un paio di ideuzze di cose ibride: pochi tiri, roccia bella..? vediamo dai! ci incamminiamo e pian piano ci addentriamo nella bellezza. nessuno in giro, colori autunnali, spettacolo. poi bo, è il money stesso che è ispirato. io gli racconto tutte le mie idee strampalate, ma è lui a fare il primo passo fuori dal sentiero: proviamo dai, andiam su a vedere. e via, pochi passi, e siamo nel nuovo, nell’inesplorato, nel selvatico. quanto poco basta cazz! entriamo nel canale e capiamo che non stiamo capendo una mazza. pareti, avancorpi, verticalità. dove siamo finiti? che spettacolo la valbaione. sempre una scoperta, sempre una meraviglia. poi la linea ci si palesa davanti. lo spigolo lassù in alto si staglia, abbastanza evidente, ma al contempo lasciandoci il dubbio sulla forma della parte superiore. una fessurina sana, una arco di roccia stupendo. roccia bella. questo soprattutto, roccia bella! e una linea in perfetto stile del nostro maestro e grande fonte ispirazione, il Mass. qua sarebbe stato a suo agio. conoscendolo sarebbe salito qua a dormire ogni tanto, per vedere l’alba da un angolo di mondo ancora non un po’ “atavico”. insomma cmq la linea è lì, già disegnata dalla natura. noi dobbiamo solo salire. via si parte, un paio di bei tiri divertenti, una zona leggermente erbosa, e poi lo spigolo. la roccia diventa davvero superlativa negli ultimi due tiri, dove fessure regolare si alternano a buchi nel più bel calcare. puoi scegliere se proteggerti a friends o a clessidre! beninteso, c’è anche qualcosa che si muove, c’è un po’ di erba qua e là, c’è da cercare un minimo la strada. non è esattamente come lo spigolo del velo.. però ecco, forse, calato nel contesto orobico, potrebbe quasi assomigliarci :D!

arriviamo a una cengia erbosa dove lo spigolo si abbatte un po’. si potrebbe fare ancora qualche tiro, più facile, ma su bella roccia.. oppure uscire nel canale erboso che separa lo spigolo dalla parete gialla..? ok.. ma dove cazzo andiamo poi da in cima? sempre se c’è una cima? come si fa a scendere? bella domanda? chi li conosce sti anfratti del bagozza? il celhì? nah, anche se ci passa mesi con le capre la sua poca dimestichezza col verticale dubito l’abbia portato da ste parti. il tone? poi gli chiediamo. forse robi? sicuro comunque non noi. quindi visto che ormai si è fatta una certa e vie di discesa pronte non ce ne sono, optiamo per scendere in doppia. lasciamo qualche cordino e scendiamo veloci fuori via. torneremo magari per finirla e scoprirne la discesa! per ora siamo soddisfatti! quello spigolo che si illuminava della luce dell’inverno, quando lo guardavo dal terrazzo della mia casetta di laveno, o dal tavolo del parcheggio della al narena, o dall’ancoraggio delle slec ai tempi dell’accampamento di sommaprada, beh, ha mantenuto le promesse! promesse di avventura, di qualità e di bellezza.
scesi i ghiaioni passiamo dal chicco a chiedere le info sulla discesa.. inutile dire che on ne caviamo un ragno dal buco.. solo i soliti racconti del tone, misti tra fantasia e realtà.. :D tocca tornare a sporcarsi le mani! bellastoria!

**info tecniche:**

avancorpi del bagozza, valbaione, lozio, prealpi bresciane
spigolo sud-est – via “Spigolo dei passatopi”
16/09/2024 con il money
180m circa, V/V+ con un breve tratto di VI
in via rimaste delle calate su cordoni fuori via
portare una serie abbondante, tanti cordini, qualche chiodo per gola

**avvicinamento**: dal parcheggio di santa cristina (a sommaprada) salire alla chiesetta, quindi inoltrarsi verso il bivacco, entrando nella maestosa valbaione. poco dopo il primo salto, quando il sentiero si avvicina alla grande parete gialla detta di punta anita, abbandonarlo nel pressi di un evidente canale che si stacca prima della stessa, a sx salendo. risalirlo fino all’attacco, seguendo il logico, o per prati verticali e roccette o per il canale. si sale a piedi con cautela (passi di II). (per ridiscenderlo abbiam fatto un paio di doppie)

**attacco**: l’attacco si trova, superato l’avancorpo, alla sx del canale che separa questo dalla parete grande a sx: il canale termina con un salto sopra a un evidente arco grigio: una fessura sana, verticale, leggermente obliqua verso sx, si stcca dalla radice di questo arco: è la direttrice del primo tiro.

**relazione**
–> disclaimer: riporto due schizzi e la relazione testuale: al solito su questi terreni è più intuitivo fose dire: “seguire il logico che porta allo spigolo, poi scalarlo”. riporto comunque la strada che noi abbiam percorso se a qualcuno potesse far comodo.

1o tiro: attaccare poco a sx della verticale della fessura, su placchette, superando i primi metri non saldissimi si rimosta subito su roccia bella, per fessurino a prendere una fessura orizzontale verso dx che con un paio di movimenti porta alla base dell’altra fessura verticale. risalirla con bella arrampicata su roccia molto solida, fino al suo termine, quindi raggiungere un canaletto dove si sosta;40m V
2o tiro: salire poco a sx, per attraversare la placca a buchi in obliquo verso dx. continuarea questo punto seguendo il logico, puntanto alla base dello spigolo ormai evidente, alla sx dei grandi strapiombi del secondo salto del canale. ultimo tratto un po’ erboso e senza percorso obbligato. sostare a piacere (in una canaletto?)45m V+ (passetto di VI-)
3o tiro: passare sotto al filo dell ospigolo e sopra gli strapiombi, portandosi a dx del filo e salire le placchette o il diedrino, cercando la roccia bella, fino a una zona piu appoggiata dove si sosta. 35m. IV+
4o tiro: continuare dritto a prendere il fil odello spigolo con arrampicata via via più irta e divertente e la roccia che diventa sempre più bella. buon punto di sosta su un pulpito alla base della bellissima fessura del tiro successivo. 40m V+/VI-
5o tiro: attaccare a dx del blocco e scalare, con entusiasmante arrampicata tutta la fessura, seguendo il filo dello spigolo, fin dove si abbatte: comoda sosta sopra il terrazzo che determina un’evidente abbattimento dello spigolo. 30m, V+/ tratto di VI, lasciati nut e kevlar, prima calata)

**discesa**: noi da qua ci siamo calati a braccio su clessidre. in programma il completamento della salita.

*ci azzardiamo per gioco a dare un nostro nome di fantasia a questo spigolo, non per altro se non per fare omaggio al mitico Lorenzo Massarotto. non ne abbiano eventuali precedenti salitori, dei quali no abbiamo trovato tracce, bravi loro che non ne hanno lasciate!

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