se a due giorni dall’esame la tua preparazione non è proprio proprio consolidatissima, e per caso c’è meteo quasi promettente, dopo giorni di continui temporali la scelta va da se: vietta, che almeno se mi sega all’esame ho il contentino che ho fatto la vietta.
la scelta è quella di andare finalmente a curiosare il brianconnaise che a furia di stare qua all’occidente ho un po’ di nostalgia del calcare. recluto daniel e partiamo alla scoperta. la via prescelta è una vietta a spit dall’ingaggio molto basso, giusto per vedere un po’ di ambiente e tenersi un minimo in forma visto che in periodo esami si diventa sacchi di patate che si trascinano da un divano a un’aula studio in cui si dorme più scomodamente! l’idea di andare al bside il venerdì sera, poi, complica ulteriormente le cose, visto che non entravo in una sala boulder da settimane e il mio accanimento contro un simpatico blocco di dita mi procurerà una ghisa che sento ancora adesso mentre batto a tastiera queste righe.
trovare la parete non è banale: non abbiamo la connessione, il mio cesso di un telefono (autore anche delle pessime foto qua sotto) non riesce a leggere i pdf che ho salvato ieri sera e tutto quello che ho è una relazione in francese di camp to camp di un’altra via sulla stessa parete. ma alla fine la parete esce da una nuvola, la vediamo, parcheggiamo e partiamo alla volta.
“salire per pascoli e sentierini”, o qualcosa del genere, mi sembrava dicesse la relazione su gulliver. abbandoniamo sta mezza carrozzabile e ci ritroviamo in un acquitrino bello in piedi, con erba alta circa mezzo metro, fradicia da una settimana di continui temporali. non proprio il massimo per iniziare! cerchiamo di uscirne, senza successo: dovremo avanzare per circa un’ora in questa situazione veramente scomoda. poi finalmente la palude finisce per lasciare spazio a un pendio di terriccio franoso e fangoso che come situazione di merda fa invidia a quella precedente. scopriamo poi effettivamente che c’era una bella e comoda valletta a destra, ma noi non lo sapevamo, e arriviamo finalmente alla base della parete dopo quasi tre ore di sudatissimo avvicinamento, ovviamente fradici fino alla vita!
la vietta va via tranquilla, qualcosina bagnato ma nema problema, si azzera bene! ;D roccia sempre bella, difficoltà belle continue (stica quanto non mi tengo!). incontriamo dei baschi che ci precedevano e, scendendo, due francesi che erano alla loro seconda via del giorno (per una bellezza di una ventina di tiri tutti tra 6a e 7a, un buon allenamento devo dire.. :D)
doppie e poi giù verso valle cercando la strada giusta e facile vista salendo. all’inizio sembra che si scenda bene tra bei blocchi di calcare e bucolici pratini. senonchè ci ritroviamo improvvisamente di nuovo immersi in un pemdio pratoso pienissimo di fiori, con l’erba alta fino alla vita, a vagare alla ricerca della pendenza minore per riuscire a scendere stando in piedi sulle nostre gambe. la strada sembra lì a due passi ma vaghiamo in mezzo a questi fiori per quasi un’oretta: a un certo punto daniel mi guarda attraverso questa selva colorata e mi fa: “man i’m trippin out with all this fucking flowers!!” come dargli torto! alla fine il viaggio finisce e raggiungiamo l’agognata strada.
mentre approfitto dei prezzi francesi della benzina daniel approfitta dei prezzi sconvenienti dei mc donald d’oltralpe (un cheesburger 1,50!!) e poi via torniamo di qua, pizza con luca a oulx per spezzare il viaggio e poi rientro notturno a torino.
info tecniche: Le feu sacrè, tour termière. (7a (6b obb)/ s1/ 350m ca)
via spittata completamente non serve niente, solo una buona relazione dell’avvicinamento. mille relazioni in giro.
impressioni sulla via: bella vietta (non eccezionale ecco), sportiva, su roccia sempre bella. sale senza particolare logica il bel pilastro a dx dell’evidente dietro nel centro della parete. primi tiri in diedro, poi placca. bellissimo il tiro di 6a su rughette verso la metà! bella sostenuta nel suo grado secondo me, ma ottimamente spittata.