Corno Lino, De puta madre

La via.


Il Leo, con il Paolo Baisini e l’Ivan Moscardi, l’anno scorso, di ritorno dall’Andalusia aveva aperto questo gioiellino che ancra non ero riuscito ad andare a curiosare. Eravamo appena stati a mungere e strizzare l’unto dalle canne di Desplomilandia al Chorro e al Leo era piaciuta molto l’espressione spagnola per “alla grande” che è “de puta madre”, tanto da dare questo nome alla via che aveva giudicato evidentemente meritevole. Mi mandò la relazione, che rimase li nel cassetto, visto che al mio ritorno era luglio, e al corno Lino si scala d’inverno. Torno un paio di giorni in valle per fare le prime due prove dell’esame di stato e così ci scappa sta scappata con il buon Filip a provare il camino mortale!


Arrivo abbastanza disfato dalle ore di macchina da solo senza autostrade per tornare da Torino, ma alle 8 siamo in partenza. Attacco trovato al volo, il sole splende che è una meraviglia, e quando torni dall’autunno irlandese lo apprezzi ancora di piu, aspecie se splende sulla kamunia industriale che piu ti allontani più diventa romantica. Partiamo subito duri, con i primi tiri che sono gia veramente una bella scalata, roccia eccezionale e si alternano passetti delicati a sezioni belle tecniche. Al bosco io al solito sbaglio strada ma filip ci riporta sulla retta via e in qualche modo ci ritroviamo alla base del pilastro del primo 7ehm 6c. Ho diverse versioni della relazione e si fa fatica a capire bene i gradi.. :D poi il bulderino sbilanciante dei tiro dopo mi fotte la libera mannaggiallui, però proprio bello. Infine gli ultimi due tiri veramente belli, il penultimo è veramente un gioiellino aperto dal Leo con un paio di spit e qualche chiodo, è poi stata aggiunta parecchia roba, cosicchè si scala tranquillamente senza aggiungre niente. Fil se lo passeggia a vista, chapeau, e io sto su con la corda ben tesa davanti a me, giusto perché era passato lui e allora dovevo passare anch’io. In ultimo mi infilo nel caminazzo mortale e daga sfogo alla fantasia mi raspo fino in cima! Spettacolo!

Doppie lisce e alle 4 giusti giusti siamo alla macchina, che ho un aereo da prendere e 10 km in bici da fare all’una di notte sotto la pioggerella irlandese pe tornare a casa! Alè duri!

Tecnico
Via De puta madre al Corno Lino
18-03-2017 Leonardo Gheza, Paolo Baisini, Ivan Moscardi
6c+(6b+/A0) RS2 230m (7/8 tiri)
Relazione nellì’immagine in basso.
La via è veramente bella, si scala tutta in libera senza patemi, l’attrezzatura è ottima (tutti spit e 2 chiodi in via). I friendini possono venire utili forse in due o tre punti, magari in partenza o fine dei tiri (un totemino verde all’uscita del pilastro iniziale [2o o 3o tiro a seconda se si fa la sosta opzionale], e lo stesso verde alla partenza del primo 6c+, e magari un verde alla partenza del camino), ma per il resto c’è tutto. In ogni caso roba piccola piccola cosniglierei (max il verde bd!) poi vedete voi, al solito.
Si scala sempre sul 6b/6c, a volte anche abbastanza sostenuto, ma l’obbligato direi non sia sopra il 6b. Anche sul camino mi sentirei di rassicurare, non è così mortale come sembra dal basso! È solo parecchio scomodo da salire (chapeau in apertura!). Un vero dolomitista lo darebbe al massimo IV+, ma visto che ci sono gli spit (è protetto benissimo!) tocca dare il grado francese :D. Almeno si arriva preparati al peggio! :P
Avvicinamento solito per il corno lino, l’attacco si trova costeggiando la parete, ben segnalato da cordame vario, è comunque sotto il mega camino che si vede già dal sentiero, alla base di un bel pilastro di roccia grigio gialla. periodo direi inverno o mezze stagioni verso il freddo.
Andate perché le vie di roccia così bella a arco orami sono tutte unte, qua in kamunia invece ancora il grip regna! :P
Aperta l’anno scorso in inverno, per la cronaca prima libera Leo e Angelino questa primavera. Brai scec!

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la strategia del ragno, ancesieu

toccata e fuga in ancesieu in un nebbioso venerdì settemrbino con daniel. siamo andati a curiosare questa strategia del ragno, capolavoro dei “veci” aggiornato dal trombetta.

arriviamo ed è tutto nebbioso, ma fortuna si schiarirà nel pomeriggio, infatti si schiarisce così bene che torneremo abbronzati.. :D (vedi foto per cogliere l’ironia.. ahah!)


arriviamo all’attacco fradici, ma fradici, che sono un’ora e mezza di toppe d’erba fradicia e spinosa da tirare per rampar su. attacchiamo tra le nebbie e tutto è decisamente umido, ottima aderenza, piedini in spalmo sul lichene, che neanche a curling..

primi tiri danno la sveglia, giu il cappello per il dani che si passeggia il secondo, io sul primo ci impiego un’ora a decidermi a fare quel mezzometro. poi iniziano un po’ di robe più fessurose e verticali, io da primo tiro come uno scalmanato e anche da secondo, mentre lui passeggia entrambi i 6b+ neanche fossero scale a chiocciola, che livello! ma saranno i guantini via! :P

faccio una faticaccia a venir fuori dalla dulfer del 6b che non avete idea, piedi che partono e bicipiti che gemono, quindi il 6c+ duro invece lo scaliamo senza problemi entrambi (io con corda ben tesa davanti), senza trovare il famoso buco della relazione, ma sembra si protegga bene tutto (parlo per sentito dire.. io avevo appunto la corda tesa. :D)

arriviamo appena sotto la sosta del 7b, non sappiam cosa fare son le 6. arriviam li sotto con questi ultimi metri del 6a? provo a vedere: esco dal tettino, inizia definitivamente a piovere, l’uscita è super erbosa.. il 7b si fa in artif tanto.. cheddici? bah.. se vogliam tornare senza frontale alla macchian sai già qual è la mia risposta! ook, osti, però il 7b in realtà non è solo la fessurina, poi continua.. eh in effetti si, e piove e c’è la placca! mah dai ho capit, le mie son sotto… :D

vale o non vale? questo è il dilemma! 11 su 13, fa 0,8461. arrotodabile.. però c’era il 7b e poi un quarto. ma l’obbligato era sotto. vale o non vale. vale coooño!! bo, iniziamo a scendere dal canalino e vediam se arriviam giu vivi e solo da strizzare, poi, strizzati i calzini e le mutande e tutto, andiamo al bere e decideremo se valeee o non vale.. :D

e allora giu a far calate col reverso nelle fisse melmosissime e poco a poco si scende fino a sotto la nebbia e alle macchina al calar della notte..
pisolino nel fiest a magenta e poi via di a4 e valcavallina. sempre bella la padania industriale di notte. ha qual che di romantico.. :P

bel giro alla faccia del tempo! daje

tutto sommato una bella via, e abbastanza impegnativa. arrampicata abbastanza bella, stile particolare, misto tra l’un po’ delicato di piedi e il fisico sulle fessure della parte alta. consigliato un giro, comunque bello ravanoso, specie con pioggia! relazione del trombetta buona, si trova bene senza grossi problemi, doppie super lisce!

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