vetrine grandine

104_0046pensieri cittadini di una torino nella mia mente?

grandine. un’inferno di grandine. due ore prima ero sdraiato al sole in un prato e osservavo le nuvole nere che già parlavano chiarissimo. e così è stato. dieci minuti di putiferio e tutto era bianco, tutto era ricoperto da uno strato bianco di chicchi tondi e gelidi. quindi è continuata una pioggia torrenziale, la gente si è ripresa e tutto è continuato come non fosse successo niente. esco a prendere il tram e attraverso una strada coperta da alcune dita di acqua scura, che riflette la luce dei lampioni. guardando le gocce colare dal finestrino di questo tram arancione, con i calzini zuppi che a piegare le dita li strizzo, mi chiedo se forse l’uomo non sta perdendo il controllo di tutto. se forse non sarebbe il caso di fermarsi un attimo a riflettere. ma non noi che ci fermiamo sempre a riflettere. credo sarebbe il caso che si fermassero tutti, come in quei 10 minuti di grandine. e invece che pensare che non avevano l’ombrello o l’assicurazione sulla carrozzeria pensassero che la salute vale ben di più di una carrozzeria, che l’ambiente è una fortuna enorme. e ci pensassero su seriamente prima di costruire la prossima, ennesima, strada asfaltata.

 

 
vetrine. passeggio in via po’ e osservo la moltitudine di colori e facce: lo spettacolo dell’umanità. ci sono pittori che vendono le loro opere; ragazze che ridono raccontandosi storie di cui dicono di vergognarsi e che invece non vedevano l’ora di raccontare; un giovane indiano vende ombrelli nonstante splenda il sole in questa soleggiata domenica pomeriggio invernale. un sole caldo che non si vedeva da mesi ha spinto la città fuori dalle mura quotidiane. avanzo per la mia strada e mi colpisce una coppietta: si abbracciano, si baciano.. noto che osservano una vetrina: indicano un telefono appena uscito. rallento,, sconfortato, e, passando, carpisco qualche parola che basta a confermarmi i sospetti: quello sarà il loro pegno d’amore… quel telefono! che un giorno lui le vuole regalare.      resto senza parole e continuo verso piazza vittorio.

voglio dire: ero rimasto che si guardavano i tramonti, non le vetrine, magari il mare, se era pomeriggio. e se poi non c’era il tramonto perchè era nuvoloso, beh, in ogni caso puoi sempre guardare il cielo. che c’è magia nelle nuvole e nelle loro mille forme, così come nelle stelle con le loro infinite combinazioni. e si regalavano fiori raccolti nei prati, si regalavano poesie, sorrisi. massimo collanine. non telefoni. cazzo!

ero rimasto ma voglio continuare a guardarli sti tramonti. e dedicare tramonti. e farmi affascinare da questi cazzo di tramonti. che si assomiglieranno anche, ma c’hanno qualcosa che davvero li rende unici. e non è solo una questione di formalità. forse è l’inclinazione del sole, che ti arriva dritto dentro al cuore. forse è che ti assorbono i pensieri nella testa è può entrare la bellezza?    e voglio continuare a promettere la luna, che cazzo! poi non sarò uno che mantiene le promesse, quello è poco ma sicuro, ma le promesse sono fatte per non essere mantenute. e i telefoni per essere comprati e i soldi per essere spesi. e i sorrisi per essere regalati.
e se poi davvero “gli alberghi appena costruiti coprono i tramonti” beh, sarà un motivo in più per muoverci e cercare un posto migliore per guardare l’orizzonte.

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quant’è bbella serenella.

 

tutto è iniziato con l’idea di andare in falesia maturata davanti a un campari con l’aranciata amara la sera prima. la voglia di ghiaccio si era trasformata (purtroppo) in un appuntamento alle 12 per andare in valle dei mulini, chignolo dicevano.
arrivo alle 12 a casa del cok e ovviamente sta dormendo. lo faccio svegliare, lo convinco che non fa freddo e partiamo. arriviamo a rusio e… c’è un botto di neve! merda! io ho dimenticato le scarpe da avvicinamento e sono qua con le emerica. non so se avete presente. se no, beh immaginatevi una calzatura quanto di meno adatta a inerpicarsi sul sentiero che sale al chignol, tantomeno con 30 cm di neve. ok, ennesimo cambio di programma. pensiamo tutte le destinazioni immaginabili e inimmaginabili e, incredibile ma vero, arriva dal cok la propostona: serenella?? colgo la palla al balzo!! trasformare una giornata in falesia in una in parete!! grandissima occasione!! bene, che materiale abbiamo? scarsino, in effetti. va beh è una via sportiva, andiamo! sono le 13.. va beh è corta. andiamo!

così ci troviamo in val di scalve, a riempire gli zaini. partiamo con questo esemplare materiale: 18 coppie (ahahaha!) + 1 grigri e ghiera + 2 ghiere prestateci da un collega del cok che lavorarava nei pressi + 1 ghiera e un cordino trovati sul fondo del bagagliaio del fiestino + un cordino usato per legare il mio saccoa pelo + un cordino usato per attaccare all’imbrago la podeta. + due corde intere da 70 metri (!!!). e soprattutto.. + un casco del cai di lovere che è rimasto nel mio bagagliaio (attenzione!!) dai tempi in cui frequentammo il corso di alpinismo base + un.. casco DA SCI giallo!!
in ogni caso partiamo e ci inerpichiamo su per il ghiaione innevato, non senza difficoltà e problemi, come quello simpatico di avere i piedi completamente fradici e congelati. non abbiamo info sulla via, ci affidiamo alla memoria di quando ancora avevo la guida..troviamo l’attacco e ci sono non una ma ben 2 vie! occazzo. il buon cok però si ricorda che bisogna tenerela destra e ci evita inutili fatiche su quello che è probabilemtne un progetto che si arena lungo il primo tiro.

parto ed esce addirittura il sole! bella storia. dura abbastanza per farmi arrivare quasi sudato alla prima sosta, per poi scomparire per sempre. (siamo partiti dalla macchina alle 13, siamo pur sempre sul lato nord della presolana, anche se la via è esposta a sud est… ;D) procediamo con un paio di lunghezze veramente estetiche ed entusiasmanti, per arrivare al 4o tiro (su cinque totali). io mi ricordavo qualcosa come: roccia buona eccetto il primo tiro e un tratto lungo la 4a lunghezza. ma tocca al cok e me ne resto li appeso ai luccicanti golfari di sosta, a smaltire quel poco calore accumulato sul tiro precedente. il cok parte poco convinto e salendo perde al guadagnare dei metri tutta la sua convinzione. c’è una sezione marciotta e lui, da buon falesista, è super a disagio. inoltre, finita la parte friabile, inizia la parte dura. lo vedo parecchio provato appeso agli spit, al punto da propormi di salire io. devo ricorrere a tutte le peggiori tecniche sofistiche per convincerlo che continuare sia una buona prova per il suo autocontrollo e che così facendo supererà i suoi limiti e che è lui quello che scala il 7a in falesia e che sia la soluzione più rapida e almeno torniamo giu subito che al fa frech!! e fu così che il buon cok, ostiando, insultandomi, professando la sua fede per il falesismo e la roccia solida…, arrivò in sosta al tiro. (chapeau !!) salgo anche io non senza ragliare e non senza arenarmi sul duro. l’ultimo tiro mi ispira un casino ma non c’è verso di schiodare il socio dai golfari e mi tocca buttare le doppie. qua iniziano le comiche grazie al nostro abbondante e soprattutto adatto materiale: ma in qualche modo, dopo che il cok, a causa di problemi col suo artigianalissimo frenomoschettone da 4 rinvii attaccato alla sua longe da 6 rinvii, impiegò circa 45 minuti a completare la prima doppia, dopo che scendendo incontrai un moschettone a ghiera con un mezzobarcaiolo abbandonata a metà doppia e altre cose strane, dopo essere congelato un’altra volta in sosta, insomma, alla fine arriviamo agli zaini e finalmente posso mettere i miei piedi congelati.. nelle scarpe e calze ancora ovviamente bagnati fradici dalla neve!! merda. allora giu a corse fino alla macchina e aria calda sui piedi all’inverosimile. aria calda ma calda che alla fine andavamo coi finestrini aperti. aria calda che è una grandissima invenzione, altro che l’acqua calda!

ricapitolando la via a me è piaciuta un sacco! invece per il cok è stata la più brutta esperienza nella sua carriera di serial climber. il primo tiro è vero, ha il traverso un po’ delicato, ma a mio avviso super gestibile, il primo diedro è molto bello. i tiri centrali a me sono piaciuti molto e anche a lui: roccia ottima, ambiente super, movimenti molto estecii e linea logica! il quarto tiro pota, è proprio un po’ psico. si parte su roccia fantastica, poi ci sono alcuni metri di roccia parecchio friabile chiodati non proprio da azzero.. anche se non difficili sono parecchio delicati. poi c’è il duro che sono 3 metri dove la roccia è gia meglio ma comunque non proprio bellissimissima. l’uscita poi è su roccia ancora buona e c’è subito la sosta. l’ultimo tiro (ahimè) non l’abbiam fatto.

altre info sulla via: chiodatura ottima a spit nuovi abbastanza ravvicinati (s2), avvicinamento dal parcheggino dove c’è il caccia su dritto all’evidente pilastro del visolo che si vede bene coi sui strapiombi rossi scendendo dal passo, difficoltà 7a (6b obb), comunque c’è sulla guida del versante sud.

tutto sommato un ottimo ripiego, un’ottima alternativa al solito giro in falesia se siete in zona! certo, raccomando di astenersi ai falesisti particolarmente schizzinosi! :D

ps: a breve le foto che ho fatto con il suo i.phone. gia perchè quelli che hanno l’ifon fanno i fighi con le tipe però poi quando c’è da fare le foto non hanno le tasche e allora se vuoi mettere due foto sul blog devi far loro anche la photogallery.. (scherzo mat! :D) allenarsi.

here yuo are: (sono al contrario ma non c’è verso di invertire l’ordine se non caricandole una a una. quindi credo sia meno sbatti scendere in fondo e guardarle in su. :D)

let's jam. freddo ai piedi allucinante

let’s jam. freddo ai piedi allucinante

ancora lui e le goccce

ancora lui e le goccce

il moschettone fantasma

il moschettone fantasma

doppia a braccia

doppia a braccia

roccia super

roccia super

i nostri eroi prima delle doppie

i nostri eroi prima delle doppie

il duro, il cok e l'artificiale estremo.. aka resting

il duro, il cok e l’artificiale estremo.. aka resting

notare all'estrema destra detaglio di un blocco che si è staccato.. :D

notare all’estrema destra detaglio di un blocco che si è staccato.. :D

epic old style pic ahah!

epic old style pic ahah!

quarto tiro, inzio su roccia ottima

quarto tiro, inzio su roccia ottima

mola mia leù!

mola mia leù!

il cok sul tiro di seiccì abbastanza provato ma sorridente.. :D

il cok sul tiro di seiccì abbastanza provato ma sorridente.. :D

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ale duri

ale duri

partenza secondo tiro

partenza secondo tiro

è contento perchè ha visto la sosta a prova di bomba

è contento perchè ha visto la sosta a prova di bomba

il cok non molto convinto della roccia del traverso inizia a insospettirsi. :D

il cok non molto convinto della roccia del traverso inizia a insospettirsi. :D

questa era la prima foto quando ancora c'era il sole ma altervista dice che è l'ultima e non vuol saperne.

questa era la prima foto quando ancora c’era il sole ma altervista dice che è l’ultima e non vuol saperne.

 

 

 

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