imagine, becco di valsoera

A torino ci sono parecchie sale boulder, tutte sempre gremite di gente che si tiene un casino. Tra tutte, specie per gli studenti, la piu economica è forse (ci sarebbe a dire il vero anche il pannello al gabrio!) quella del cus, un muro boulder carino, ma sicuramente non eccezionale. Al cus ci sono blocchi di ogni, coi soliti colori, e circuitini. Tutta roba da pannellari: io non riesco quasi mai nè a fare i circuiti di 5+, né, tantomeno, alcuni blocchi verdi (i blu, al cus, non li provo neanche). Non sono un grande frequentatore di sale boulder, effettivamente: ci vado magari una volta al mese, a leggere qualche rivista e vedere un po’ di gente motivata e a farmi un po’ di pelle nei mesi invernali.

Tra quelli che si tengono, lì al cus, spesso vedevo Gino, che al tempo non conoscevo. Era uno dei locals, quelli che sono lì quasi sempre, che insegnano anche ai corsi, che tracciano i blocchi, che provano assurdi blocchi durissimi che io neanche provo a metterci le mani.
Poi un giorno, con gyppa, sono capitato in falesia, ad andonno, e ho conosciuto gino. abbiamo scalato insieme e ho visto che era ben forte anche fuori sulla roccia. chiacchierando è saltato fuori che non era, come avevo erroneamente e categoricamente pensato, solo un buldersita plasticaro, ma aveva anche interesse ad andare per monti. Così, dopo un primo tentativo di andare insieme, fallito causa serata dura per il personaggio in questione, finalmente siamo riusciti ad organizzare.

“Vorrei fare qualcosa di ampio respiro! Sei caldo?” mi dice al telefono. è questa la premessa e questo il gergo tecnico. :D ovvio che l’ampio respiro mi gasa un sacco. e mi fa pensare a un posticino dove non sono mai stato ma che mi ispira un sacco che si chiama vallone di piantonetto.. ma quella avevo una cena e non saremo tornati in tempo eccetera. sono un po’ dubbioso, ma il sasso è lanciato. Valutiamo qualche altra meta ma alla fine la decisione è scontata: decido che la cena per una volta può anche aspettare. casualmente gino mi proponeva proprio il becco di valsoera: è un segno? e allora eccomi pronto all’appello: andiamo! Che via fare? Io sono per il diedro giallo, gino per imagine, una via di oviglia sportiva abbastanza recente. Viene anche enri e lui spinge per la mellano che sembra piu abbordabile. Bo, decideremo strada facendo, iniziamo ad andar su!

Alla diga un sacco di macchine. Saliamo svelti e curiosi, visto che nessuno è mai stato in zona. Alla fine riusciamo a capire qual è il nostro paretone, tanto magnificato in giro, e la vista è davvero spettacolare! Un cornone gigante di roccia perfetta che si staglia sopra la tua testa! Scarpiniamo fino all’attacco e optiamo per la modernità: vada per imagine!

Parte enri che è un po’ arrugginito dall’inverno e dalla vita del lavoratore e cede il passo ai giovini: mi propongo per fare la prima metà e all’arrivo del duro cederò il passo a chi più si tiene! :D
ma i tiri sono uno più bello dell’altro, la roccia fantastica e tutto ben proteggibile: è proprio una goduria scalare quassù, e oggi non fa neanche freddo! Alla fine convinco i soci a lasciarmi fare anche il tiro di 6c+ (nonostante sarebbe già nella metà sopra, guardando il umero di tiri) e poi cederò il comando per la parte alta.
Mi ingaggio su questo bellissimo diedrino svaso ben sopra il mio livello usuale e, con la fortuna del principiante che scappa dal diedrino, per uscire in placca, proteggendosi a micronut e incastrando mani in fessure dalla parte sbagliata, riesco addirittura a salire pulito. (ah l’influenza dei falesisti cosa non ti fa inventare!)


(qua sopra gino sul 7a)

quindi parte gino sul tiro di 7a, passeggiandoselo anche lui “avvista”. Ma è talmente esaltato dalla roccia gialla intorno a se che non vede la sosta (che effettivamente è scostata dalla linea logica, con grande bravura degli apritori, che decidono di non mettere la sosta a spit in mezzo al diedro dove passa “ diedro giallo”). E allora va e va su per il diedro giallo e si ferma a un’ottima sosta a chiodi che rafforza con 4 friend e un nut (;P). ancora un paio di tiri del diedro visto che ormai la nostra via no ha piu senso di essere ricercata (il fessurino di 6c iniziava molto piu giù e gli ultimi due tiri erano forse anchein comune con starway) e arriviamo su alla spalla, rintracciando senza problemi la sosta di calata.

Doppie tutto liscio e poi giù lungamente, verso le nebbie che avvolgono la piana acquitrinosa, arrivando alla macchina insieme con l’oscurità in un clima tetro e spettrale. E poi le interminabili solite due ore di macchina per rientrare in città, e il caldo. Sempre lui, sempre lì ad aspettarti. Ma questa volta neanche troppo soffocante, visto che arriviamo a casa all’una passata.. :D bella gino, bella enri, allenarsi! :D

info pratiche:
via IMAGINE, becco di valsoera. (7a(6b? Obb)/ rs2/ 350m)
Giorda, oviglia, agosto 2012
Usata la relazione degli apritori (credo).
Le due serie intere noi le abbiamo portate e uno lasciata nello zaino e non ci è effettivamente servita. Se si ha un minimo di praticità con le protezioni veloci una serie di friend e una di nut bastano tranquillamente. Ci può, volendo, concatenare qualche tiro, come quello di 4 e il 6b sopra, sfalsando bene le corde. Quasi tre orette a salire, avvicinamento a oggi quasi completamente pulito. Tutta intera è una bella girata, se si è lenti (come noi) viene lunghetta da fare (aggiungendo le 4 ore di macchina) in giornata.
Attacco falice da trovare doppie ok.

Sulla chiodatura: è trad moderno. gli spit ci sono alle soste (a parte la prima di calata che noi non abbiam trovato neanche scendendo ma colpa nostra!) e poi c’è qualche spit qua e là, spit che non sono indispensabili lì dove sono messi, per proteggersi, di solito, ma servono per indicare la strada. Non danno fastidio e in alcuni punti ti permettono di fare in libera dei passi dove altrimenti dovresti passare in artif proteggendoti negli unici buchi disponibili (ad es nel diedrino di 6c). non siamo ai livelli dell’”adventure climbing” che ci piacerebbe ma comunque è già un bel passo in avanti. :D Qua il racconto dell’apertura.

nel complesso: via molto bella, in ambiente spettacolare, su roccia sempre perfetta, arrampicata sempre abbastanza sostenuta ma mai estrema. quasi sempre da proteggere e sempre ben proteggibile. Puro divertimento, assai consigliata.

Pubblicato in alpinismo, roccia | Contrassegnato , , , , , , , | Commenti disabilitati su imagine, becco di valsoera

attraversamento mughi

A volte apri fb e ti capitano cose strane, a volte molto belle e interessanti, a volte inutili, a volte curiose. L’altro giorno, ad esempio, ho letto questa frase, scritta da una mia amica valserianese doc:

“I gelati sono buoni ma costano milioni sceeeeeeec!!!”

semplice e geniale: una struggente verità.

qualche giorno dopo, mi ritrovo a sentire una frase molto simile: “le montagne sono grandi!!!!” disse il moneta, scoprendo, al parcheggio, che, per arrivare al bivacco bedin, ci volevano non un oretta e mezza, bensì quattro orette belle secche! E così ci incamminiamo: con marcello e il moneta, il sottoscritto, pensando al fatto che “le montagne sono belle ma sono stragrandi sceeeec!!” ;D

passo dopo passo sbarchiamo in questo mondo parallelo meraviglioso che è l’altopiano sopra la prima pala diretti alla parete sud est della cima d’ambrusogn.

partenza ad orario antelucano (;D), ma tra macchina e avvicinamento siamo al bivacco all’una passata! “che fom??” Ma si andiamo a vedere dai, tanto son poi 20 minuti dal bivacco alla parete!

20 minuti?! Sarà. ma la discesa del canale pieno di neve, saltando da un mugo a un ghiaione a un altro mugo, ci sembrerà quantomeno impegnativa: se arrivate alla base senza problemi avrete tutta la mia stima e considerazone di ottimi alpinisti e ravanatori!! :P noi triboliamo e ci impieghiamo un’oretta buona a raggiungere la base della parete: oramai sono le tre!!! ma oramai siamo arrivati qua!! “dom che ‘n va!!”

attachiamo il nostro obbiettivo, che si chiama via del diedro: una decina di tiri sul V/VI. Partiamo e tre o quattro divertenti tirelli su ottima roccia ci portano alla cengia, ma non siamo proprio dei fulmini e le quattro sono passate.. che fare? Mah..? potremmo provare a traversare su sta cengia e uscire sulla via a fianco: sono un paio di tiri in meno e abbastanza più facili…? vada per questa alternativa: la via si dovrebbe chiamare “attraverso il mugo”! Andiamo a cercarla facendoci largo nella fitta arbutaia mugosa che popola la cengia, che contribuisce a convincerci di essere nella direzione giusta! Ma quale sarà il sistema di diedri schizzato sulla guida del de biasio?
Abbiamo davanti a noi un evidente colatoio: un bel diedro e poi un’antro scuro. La relazione direbbe diedri di quinto. Qua sopra sembra poco quinto, ma altri posti dove andare non sembrano esserci. Come faremo a saltar fuori da quel buco là? Booo! “pota san’fai?” alla fine optiamo per provarci: ci sarà pur un qualche escamotage per saltar fuori!

Dopo un bel primo diedro niente male ci ritroviamo nella nicchia vista da sotto: tutto è bagnato e fangoso. Il moneta guarda in su perplesso, marcello non sa che dire. Insomma c’è del lavoro sporco da fare e giustamente quando c’è da ravanare tocca al bocia! non che mi dispiaccia!! ;D e allora parto su per una placchetta a buchi, dove in ogni buco ci stanno 3 dita di fango limaccioso! (bene!, figo! ;D) riesco a piazzare un paio di tricam e alzarmi; poi un traversino delicato su blocchi parecchio precari e mi ritrovo nel fondo dell’antro. “E adès?” A occhio mi ispirerebbe a destra: sembra quasi manigliato.. vado a curiosare e… trovo un chiodo!! primo chiodo del giorno (e unico!)! Bella storia! Allora forse si passa da sta parte! Punto l’esterno della grotta e con un paio di passi caminosi ci arrivo senza occorrere nell’occorrenza di testare alcuna protezione!

Da qui con altri due tirelli raggiungiamo il mugo attraverso il quale si salta fuori,

attraversando il mugo

e al tramonto, giusti giusti, siamo in cresta!

Una bella sgambata in ambiente mozzafiato e arriviamo al bivacco con le ultime luci! Che spettacolo!

Dormita sonora e poi un risveglio nella calura totale: ma totale totale! Al punto che ci farà desistere dal curiosare i conigli ruggenti che ci eravamo immaginati di tentare il giorno dopo! E allora giù, verso la fontana del paesino di pradimezzo, nella quale il moneta che fa il bagno verrà immortalato dalla popolazione locale, incuriosità nel vedere questo strano spettacolo! ;D

che figata le dolomiti. E le pale. Questi paretoni giganti che ti osservano e ti affascinano e ti attraggono. Mi mancavano un sacco. Le vie senza dentro niente, che cosa meravigliosa! Questi qua all’ovest che spittano tutte le soste, cosa si perdono!! ci voleva una boccata d’aria, come aperitivo per una stagione che arriva! Daje!

Pubblicato in alpinismo, roccia | Contrassegnato , , , , , , , , | Commenti disabilitati su attraversamento mughi