Torre grigia del cristallo, tra tracce ed intuizione

s3: fare cose e sostare soto una serie di placche che conduce alla vetta.

s4: attaccare direttamente la placca (chiodo), con difficoltà salire circa 10m, poi obliquare a dx a uno spuntone e sostare.

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diceva qualcosa del genere la relazione. non parlava di fessure. per me invece bo, un chiodo in mezzo a una placca, me l’ero immaginato in una fessura, e quindi bo, così, cerchi una placca con una fessura.

perchè alla fine da ste relazioni poi la fantasia parte e galoppa, e ogni testa si immagina una cosa diversa. e quindi per me doveva esserci una fessura, e una fessura l’ho trovata. chiusa, muschiosa, ma proprio in mezzo alla placca.

all’apparenza senza il fantomatico chiodo. ma sì dai, su là nescosto nel muschio ci sarà!

però poi, qunado è tempo di partire su quella fessura e su quella placca.. mmm.. bo. sembra tosta. salgo un poì a dx he riesco a proteggerm iin un diedrino, poi torno giù.. voglio solo scavallare sta costoletta e curiosare.. giusto proprio per togliermi tutte le altre opzioni prima di cacciarmi su sta fessura chiusa che già lo so come va a finire a ostie..

scavallo oltre e cosa trovo…?

una fessurina perfetta, regolare pulita, fantastica!! come in adamello davvero è una rarità! e sale qualche metro, e poi entra in un diedro e continua per diversi metri, forse 10 forse 15, tutta libera, e perfetta. un’autostrada!!

che regaloni a volte che ci regala la roccia. stento a crederci! su a corse! spettacolooo!!

è una linea super logica, sale lo sperone dritto per dritto. non ci penso neanche un istante, sota!

si chiude, poi nasce una lama fessura e regala un’altra decina di metri di godimento assoluto.

poi finisce. su una lametta che sembra solida, ma suona un po’ vuoto. davanti placca lichenosa ma lavorata. un po’ appoggiata ma senza possibilità di proteggersi. bo. metto un ciodo? mi fido del verdino totem laggiù e vado verso l’incognito? lo spigolo là a dx non sembra male..

ci penso un po’. alla fine vado, verso l’ignoto, con la fiducia che solo il gaso può darti. passetti corti, ponderati precisi. un’eleganza che solo un tot di metri sopra il chiodo viene fuori…

arrivo a una piccola concavità, sbircio dietro nella speranza ci sia un buchetto per un friendino.. niente da fare. avanti. ormai sono partito. e si va. spigolo, su i piedi.. vedo una fessurina! woow! ancora un paio di metri, salgo a cavalcioni, bluino bd, lo caccio, si rompe la lametta! ostiass! provo un pezzetto sotto, suona bene, il friend sta.. yeah!

ancora qualche metro di fessurona e salto su un terrazzino dove si fa sosta da re e si vede la cima, li sopra! figata totale.

mentre recupero penso.. ma chissà però.. quel chiodo.. e il buon pericle sacchi.. dove sarà passato?? boo! avrà avuto la curiosità di sporgersi e vedere ste fessurine spaziali? non credo, la relazione dice tutt’altro! ma allora dove cazz..? boo! e chissà se qualcun sarà mai passato da ste parti! dubito, penso tra me e me! però chissà!

la sera al rifugio scurioso e forse la trovo.. ginseng! vietta dei gloriosi anni 80, che dice che nell’ultimo tiro risale le splendide fessure fino in vetta! sarà lei? boo!

però ecco. queste righe erano per dire: che bello! che bello non sapere! magari erano già passati, magari no. in ogni caso, la gioia di sporgersi e vedere la fessura, averla trovata, fuori da ogni aspettativa! e salirla godendone ogni incastro, sucandone ogni piede, sudandone ogni appoggio. angosciandosi per ogni centimetro verso l’ignoto e gioendo per esserne uscito!

che meraviglia aver avuto la fortuna di poterlo fare! e se qualche anima esploratrice era già passata, a lei tutta la mia gratitudine per non avere lasciato traccia, per aver lasciato la via pulita intonsa, così, esattamente come l’avevano trovata (anzi, chissà, magari oggi pure un po’ più lichenosa!).

questa è la meraviglia di chi scala leggero e trasparente, di non lasciare traccia, di lasciare ai ripetitori la gioia di scoprire e di trovarsi la strada, di osare e di sperimentare! erano avantissimo! grazie!!

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tutto questo cinema, per dire che sta vietta alla torre grigia del cristallo, è una chicca veramente meritevole! una di quelle che sulla carta il celodurismo instragrammiano non ti farebbe neanche degnare di uno sguardo, in quanto si tratta di 4/5 tiri di max V+. invece è un gioiellino, di roccia stupenda, in ambiente grandioso.

è la classica alla torre grigia del cristallo. relazione ottima sulla guida dell’edo, non aggiungo altro, se non di provare la variante finale se la trovate.. :D difficoltà intorno al V grado, qualità intorno alle 5 stelle.

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visto che effettivmaente su ATHT non c’è, riporto una versione striminzita della relazione (che poi ,voglio dire, dop oquanto sopra, ovviamente l’invito è andare a farla senza relazione ahaha! :P)

L1: si attacca nell’evidente diedro canale, c’è pure l’ometto che la indica! salire dritto una 35/40m, c’è un ciodo sulla dx circa a metà, poi rimontare su muschio e sostare su speroni suun palcchetta sulla dx, in direz spigolo.

L2: si sale proprio lo spigolo drito per dritto, lichenoso ma bello aereo su lame. poi si abbatte, andare su dritto per il logico.

L3. si scavalca a sx a prendere un bel diedro fessurato di qualche metro, poi si abbatte e si segue su per il logico a superare dei grandi lamoni divertenti.

L4: o cercare il ciodo nella placca di qui alla prima riga, oppure vi sbizzarrite a provare la variante ginseng. in questo caso si arriva a sostare su un terrazzino comodo a pochi metri dalla vetta.

L5: di qui saltare a sx e brevemente alla vetta

Discesa: o tirate su per creste verso la vetta del cristallo, scnedendo dal passo crsitallo, oppure, più sbrigativa, giu a piedi dal canaletto erboso davanti a voi fino alla pietraia, quindi tenere la dx fino al passo di plem, che è il punto piu basso della cresta verso il corno del lago. si sale all’intaglio scalicchiando poche manciate di metri, di là invece una doppietta o due corte corte sono l’alternativa a tirare del vecchio fil di ferro presumo dei tempi della guerra, a voi la scelta. da li indietro al tonolini

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Viuzze granitiche fuori moda

Poche righe, striminzite, per portare nell’internet, mi malediranno, tre piccoli gioiellini adamellici, dove ancora si riesce un po’ a usare i friend e la testa!

la prima è l’ultima che ho ripetuto, cronologicamente e ho ricordi validi. le altre due meno, ma comunque le segnalo perchè molto belle!

non riporto le relazioni in quanto le trovate su atht facilmente, metto solo qualche commento per indirizzarne la ripetizione!

  1. Và dove ti porta il cuore, parete ovest di cima Plem

con martuz, luglio 2025

Bellissima linea, estetica, che vince con dirittura esemplare la parete ovest per il pilastro di destra. Salita nel 94 da Ferraglio and co., dichiarando difficoltà “sempre classiche”, offre un’arrampicata decimente “moderna”, piacevole e molto varia. Roccia ottima su tutto l’itinerario: se forse l’erba rende un pelo più ostici i primi diedri, le fessure si puliscono in alto, lasciando spazio a una scalata atletica su lame con degli incastri puri che sono una rarità in adamello. un climax ascendente di bellezza che culmina con l’ultimo tiro che è veramente una chicca!

ottima la relazione, specie con il tracciato disegnato dagli apritori in seguito su atht, non si può sbagliare se non di qualche metro, grazie ai punti di riferimento sempre evidenti. i pochi chiodi alle soste sono ancora lì, a testimoniare la bravura di chi già negli anni ’90 aveva visto lungo e lasciato ai ripetitori una via da proteggere anche alle soste (considerare qualche pezzo in più per le soste). la proteggibilità è comunque sempre ottima, con dadi e friend, ciodi opzionali ma utili. ramponcini se non ramponi per il nevaio basale. si esce quasi in vetta e poi giù per la normale, lunga ma comoda discesa. la parete è bella fresca anche d’estate!

2. via della doppia fessura, corno di bos, parete sud

con money, agosto 2024

anche questo è un gioiellino. si vedono a fianco i cadaveri di un tentativo a fix, finito male, e neanche ripulito, stile impianti di risalita anni ’90. e li a fianco è stata aperta questa bellissima linea. dove ci si può proteggere a piacere, con qualche chiodo nel tiro chiave (da me ribattuto e testato, ma, al solito, col senno di poi, tenendo duro si passa anche in libera.. :D). spettacolare il tiro della doppia fessura che regala delle belle sezioni di incastro puro, ancora una volta, una rarità in adamello, tutte da proteggere. bravi bravi bravi!

una serie abbondante dovrebbe bastare, discesa non difficile ma da stare un attimo in campana e seguire il fiuto selvatico per non abbassarsi nè troppo nè troppo poco. consigliatissima oltre che per la bella roccia e scalata, anche per il contesto ambientale, che fa di questo angolo di salarno, poco frequentato un posto super pacifico!

3. blue eyes, naso di tredenus, parete ovest

con martuz, luglio 2024

un’altra linea di concezione super moderna che ci hanno regalato negli anni ’90 (?). scalata ripida e difficle, con una linea diretta ed estetica, che passa trovando il logico nel mezzo della massima dirittura della parete, con l’utilizzo di pochi chiodi, solo dove necessario! anche qua si protegge tutta perfettamente con le protezioni veloci, in perfetto stile tredenusiano, e neanche così lontana dalla civiltà. roccia sempre ottima, spettacolare il tiro del diedro rovescio, con degli spalmi mozzafiato, che metteranno alla prova la vostra fiducia nel totemino viola là sotto.. :D il tiro sotto il tetto, di ingaggio contorsionistico, è invece ben proteggibile con altrettanta contorsione, ma lascerà comunque un bel respiro di sollievo all’uscirne!

purtroppo la via è stata (recentemente?) chiodata a fix, credo per errore, il chè ne uccide in toto l’essenza, se riesco e trovo l’entusiasmo faccio un salto a riportarla allo splendore originale, nel frattempo se qualcuno vuole anticiparmi e salendo a ripeterla porta un flessibile fa un favore a tutti, perchè è davvero meritevole, bravi anche qua agli apritori!

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